sabato, novembre 25, 2006

AFRICA IN MARCIA 2006




“L’Africa: i traguardi del millennio” è stato il tema principale della Conferenza Internazionale sulla Pace, l’Ambiente e la Cooperazione e lo Sviluppo in Africa, svolta il 24 novembre 2006, presso il Campus Universitario del Polo delle Scienze Sociali a Novoli.
L’evento è stato promosso dalla Federazione Africana in Toscana.
Hanno partecipato alla Conferenza personalità Africane come: prof. Mustapha Diabatè socioeconomista, prof. Honorat Aguessy Presidente dell’Osservatorio Panafricano della Società Civile “OPASOCLE”, Edith Okafor economista e rappresentante del Comitato Scientifico Africa in Marcia 2006, Lucca Ciabatti consigliere regionale, prof. Franca Alacevich Preside della Facoltà di Scienze Politiche, Carlo Moscardini Presidente dell’Agenzia dei Comuni per la Cooperazione Decentrata “ADELANTE” ed altri.
Come ridurre la povertà, migliorare il processo dello sviluppo trovare strumenti appropriati (come propone la nuova scienza dell’Indicametria) per arrivare ad uno sviluppo vero dell’Africa sono stati i punti importanti della Conferenza.
Nel suo intervento il Consigliere regionale Lucca Ciabatti ha parlato per il rapporto del Consiglio Regionale con l’Africa e le Comunità africane che sono presenti in Toscana. Ha sottolineato l’impegno della Regione Toscana di fronte alla questione Immigrazione africana.
“-L’Africa in Marcia” - ha detto Carlo Moscardini – è la scoperta della dignità degli immigranti, perché l’Africa è anche un'altra cosa”.
La Conferenza “Africa in Marcia” ha presentato l’impegno dell’Africa stessa per trovare il modo di sfruttare le sue capacità e le sue risorse tramite l’intervento del prof. Mustapha Diabatè, inventore della scienza dell’Indicametria.
Una scienza della globalità che in modo razionale e preciso, può determinare, categorizzare, dosare e misurare tutte le energie e le potenzialità di tutto ciò che porta un nome e con consigli e osservazioni, proporre correzioni o rimedi per un migliore sfruttamento delle capacità l’incentrata sull’uomo e risolutamente rivolta verso Dio. Essa presenta un nuovo concetto di ragionamento logico basandosi anche nella spiritualità tradizionale africane.
Una scienza che mette in primo posto le capacità umane e le risorse naturali ambientali che dispone continente Africano. Elementi base per la rinascita dell’Africa.
Gli altri interventi hanno posto l’accento che parlare per l’Africa con gli africani la mentalità occidentale per l’Africa cambierà. Vedere in Africa non solo le guerre, la povertà, le malattie, le carestie naturali, senza luce e telefoni ma anche la scuola con classi, gessetti anche computer (come nelle città Eritree e non solo) che non vengono usati perché il sistema totalitario vieta l’uso dell’internet. Vedere in Africa, in questo “malato in convalescenza” la donna come potenzialità sociale che si presenta in 40% dei parlamentari in Ruanda, come Presidente in Liberia (la prima donna scelta), come Ministre di Finanze in Nigeria, crea il vero sapere per l’Africa.






L’intervista a prof. Moustapha Diabaté

Economista, Sociologo, Docente di Economia presso l’Università di Bouaké (Costa d’Avorio). Prof. Mustapha Diabaté è anche l’inventore dell’Indicametria, chiamata anche scienza della globalità. Scienza che ha come l’obiettivo di elaborare strategie di sviluppo, proponendo strumenti scientifici in grado di cogliere l’essenza della realtà africana che è diversa da quella occidentale nel permanere di elementi “premoderni”.


D: - Qual è la vostra visione sulla Indicametria, mettendola alla Università?
R: - Credo che questo incontro è molto importante e penso che in questa Conferenza possiamo scoprire insieme le potenzialità per mettere in uso la scienza della Indicametria.

D: - Che cosa pensa dello sfruttamento del petrolio?
R: - Penso che non è solo il petrolio importante per lo sviluppo globale. Come è stato detto in precedenza, ci sono ben altre cose più importanti. Ci sono delle Nazioni che hanno scoperto, a casa loro ricchezze immense di qui non riescono ad approfittare. Quindi non solo il petrolio può dare ricchezze.
Sviluppare la conoscenza del cittadino in modo che possa usare queste sue conoscenze acquisite per usufruire le ricchezze e le risorse della propria terra.

D: - Pensate che l’Indicametria possa aiutare lo sviluppo dell’Africa?
R: - L’Indicametria prende in considerazione tre Afriche.
- l’Africa magica – religiosa, oppure come viene chiamate l’Africa tradizionale
- l’Africa dei “libri” o delle religioni; catolicizmo, islamismo, ebraismo, ecc,
e la terza, è
- l’Africa dello stato dei diritti e delle istituzioni.
Sviluppare la democrazia in caso delle tre Afriche è, permettere ai cittadini dal basso di potenziare la democrazia delle urne, controllare il potere, gestire le risorse naturali e dividere il ricavato in modo uguale per tutti.

D: - Grazie Professore
R: - Grazie a Voi.






Riassunto della parola del Prof. Honorat Aguessy

Prof Honorat Aguessy
Presidente dell’Osservatorio Panafricano della Società Civile “
OPASOCLE”
Presidente del Centro Internazionale dell’Indicametria
“CIDI”.
Direttore del Laboratorio di Sociologia, Antropologia e di Studi
Africani a Cotonou (Benin)
Coordinatore e fondatore dell’Istituto di
sviluppo e di scambio endogeni
“IDEE”
Presidente del Centre d’Education à distance


Il Professor Aguessy ci ha fornito la visione sullo sviluppo reale dei paesi africani nei processi di mondializzazione parlando per i tre libri di UNESCO.

“Il primo libro, quello del 1977 “La sfida di oggi” parla come comprendere, capire lo sviluppo e intervenire per uno sviluppo vero.
Con lo sviluppo vero si intende di integrare vari tipi di concetti e sbucare ad uno sviluppo globale con caratteristiche planetarie.
Questo trattamento equo non deve accentuare le ingiustizie e disuguaglianze tra vari gruppi sociali. Quindi, lo sviluppo è chiamato ad essere indigeno.
Essere indigeno è rimanere se stessi, rispondendo ai propri bisogni nello stesso tempo aprirsi ai altri e alle nuove tecnologie.
L’indigenità non si può contro girare.

Il secondo libro “Modalità del futuro”, in se stesso fa una riflessione sulle nuove prospettive dello sviluppo, concepito non solo come sviluppo globale di modi di vita e culture nella loro diversità, perché lo sviluppo non è trasferire conoscenze è impiantare in un altro posto, perché cosi vuol dire “fugga dei cervelli” e rallentare le ricerche.

Nel terzo libro (1976 - 1980), lo sviluppo non è concepito come una corsa o recupero del tempo perduto, ma come input delle potenzialità e un giusto rapporto rigenerante proporzionato in diverse sfere.
Ogni Nazione è in ricerca dello sviluppo che non è una linea retta, ma è una spirale e non ci sono paragoni. E sempre sull’indigenità, ogni Nazione deve compiere un’azione che consiste nell’integrazione dei popoli. Non si può relativizzare realizzazione tecnologica delle potenze attuali e si deve evitare la repressione sociale e fare un uso corretto della storia e, di fatto, approfittando del caso Africa dobbiamo approfondire il rapporto Sud – Sud.”